Semplice è Geniale
In una società, come ormai è la nostra, in cui si assiste ad un costante bombardamento mediatico, dove, ahimè, la comunicazione interpersonale scarseggia, e dove ogni essere umano diventa sempre di più un’isola sperduta nel mare, esorto i lettori a riflettere su un nuovo concetto di comunicazione.
Infatti, semplicemente e con un po’ di buon senso, tutti possiamo imparare a comunicare meglio, implementando il più vecchio e prezioso strumento a nostra disposizione: la parola.
La risposta ai continui input esterni (TV, pc, Social media, etc.) è proprio il buon vecchio dialogo, il dibattito costruttivo e aperto, quello che ormai un tempo rendeva tutto più semplice e comprensibile, quello che portava la gente ad avvicinarsi ed a capirsi.
Oggi siamo vicini perché sempre connessi anche a distanza, ma in realtà ciascuno di noi è più lontano di quanto non si possa immaginare, oserei dire una monade, che non dialoga con le altre e vive nel suo mondo.
Ecco che in questo momento di buio comunicativo, un nuovo scenario si apre all’orizzonte, una possibilità, una via d’uscita dal buio del tunnel, in cui probabilmente anche l’eccessiva (e aggiungerei male e troppo utilizzata) tecnologia ci ha portato, un nuovo modo di comunicare: la Mediazione Familiare.
Mediazione Familiare
Nata in America, cresciuta e sviluppatasi sempre di più in Francia e in altri paesi europei, la mediazione rappresenta oggi un valido e, altresì, efficace strumento di risoluzione delle controverse familiari.
Ecco le sue fisiologiche fasi: si parte da un inevitabile conflitto, in presenza del mediatore, si passa per un inevitabile ma catartico scontro, per poi infine giungere ad un incontro.
Vorrei soffermarmi su alcune utili considerazioni che possono rappresentare spunti di riflessione.
Può essere interessante considerare che il conflitto sia un aspetto inevitabile dell’esperienza umana, è fisiologico e la sua natura è soggettiva. Giocano un ruolo essenziale, l’interpretazione e la rappresentazione che le parti danno del conflitto stesso.
Come sostiene Jacqueline Morineau, i Greci avevano avuto la brillante idea di drammatizzare le situazioni e metterle in scena come strumento di vita.
In concreto la Mediazione fa la stessa cosa:
- accoglie il dramma
- conduce la sofferenza, che nasce dal conflitto, verso un alto livello
- riapre i canali della comunicazione
- elabora le rotture
Allora ci si domanda: se fosse proprio nel conflitto la soluzione alle liti della coppia?
Invertiamo la rotta!
Litigare dialogando, parlare, confrontarsi e, se è il caso, scontrarsi può essere una strada da percorrere, una soluzione per risolvere il contrasto, un modo per ritrovarsi e per fare conoscere il proprio punto di vista, fare sentire all’altro la propria voce e i propri sentimenti.
Quindi, potremmo dire che è proprio nel conflitto di coppia la soluzione!
Vi sembrerà strano ma è proprio nel dissidio, grazie e per mezzo del Mediatore familiare, che è possibile riaprire i canali della comunicazione interrotta, è possibile ristabilire una via di dialogo che consenta alla coppia o ai genitori di accettare il punto di vista dell’altro e di trovare insieme un punto d’incontro.
Ancora poco utilizzato nel Sud Italia, la Mediazione, anche alla luce della riforma Cartabia, rappresenta un valido strumento deflattivo del contenzioso e riesce a scardinare i tradizionali orientamenti, aprendo nuove frontiere verso una risoluzione più “sostenibile” per le parti, per il sistema giustizia e principalmente per i figli.
In conclusione, in un conflitto costruttivo elemento necessario e fondamentale è lo scontro, il dialogo, l’apertura all’altro, il confronto, l’immedesimazione, la sofferenza condivisa, provare sentimenti nuovi e ribaltare le proprie posizioni, mettendo in discussione sé stessi e uscendo dalla comfort zone, perché la “guarigione” di un rapporto può avvenire solo attraverso la cura dell’anima.
Concludo la mia riflessione con una frase che nella sua semplicità è geniale e penso possa essere utile: “Per avere relazioni sane, a volte, è necessario avere conversazioni scomode”.
Alla prossima idea geniale!
Federica Dolce