Marco cammina
M. camminava, camminava da sempre, da sempre in una direzione che conosceva solo lui. Negli anni aveva iniziato a spiegarmi, a farmi capire, anche se poi non c’è stato tempo perché potessi accompagnarlo di persona. Camminava, camminava e mentre camminava pensava…
A cosa? Non lo so, non l’ho mai saputo anche se spesso, leggendo i suoi testi, ho provato a capirlo…
Le vie sono piene di persone diverse, caratteri diversi e M. sapeva cogliere le sfumature, anche se le viveva con paura. Con le scarpe sporche (che poi sporche non erano) saltava sul fango e poi continuava a camminare…
Spesso andava da solo dove voleva andare e si chiedeva il perché di tante cose. Pensava alle sue canzoni, ai suoi testi, al prossimo concerto da vedere, a quell’ultima canzone cui stavamo lavorando.
M. ha sempre camminato anche se in pochi, pochissimi, riuscivamo a seguirlo, a stargli accanto.
Cammina ancora, sia chiaro, ma da tre anni M. ha scelto nuove vie, diverse, strane, lontane da noi.
Ha scelto le vie che non lo facevano soffrire. Credo siano vie piene di serenità, anche se non posso dirlo con certezza, dato che io sono qui con voi.
Sono vie che non riesco a vedere e M. è lì, c’è, anche se purtroppo non riesco a vederlo.
Ci rivedremo un giorno, è chiaro, ma non so quando accadrà. Potrebbe essere domani o, magari, tra cinquanta anni, chi può dirlo? Solo il Destino, Dio o chi per lui, può saperlo…
Spero solo che M., mentre cammina lungo queste vie nuove e diverse, ogni tanto pensi a me e senta quanto è grande il vuoto che ha lasciato, ma anche quanto è grande l’affetto che noi pochi gli continuiamo a mandare.
Perché M. cammina, cammina…
Da quattro anni cammina in un mondo che non è il nostro, un mondo in cui finalmente ha trovato la serenità di cui aveva bisogno, un mondo in cui nessuno lo fa più star male.
Ieri avrebbe compiuto trentanove anni.
E M. cammina, continua a camminare…
Dario Albano