Scegli un foglio..

“Scegli un foglio: se ti piace, mi paghi una birra.”

Ha l’accento inconfondibile di quegli spagnoli che hanno prima imparato a cantare e poi a parlare, in quel castigliano che sembra inventato per ubriacarti e stordirti di parole.

“Scrivine una adesso; se mi piacerà ti offro anche una pizza”

Lo guardo mentre alza gli occhi nerissimi dai suoi fogli bianchi, seduto per terra ad un angolo di via Maqueda, in una sera così afosa in cui respirare è già un’impresa. 

Chissà se conosce la storia di questa strada, aperta 400 anni fa per arrivare prima al mare, da un viceré spagnolo da cui, magari, anche lui discende.

Sorride, con tutto ciò che ha fra la barba e i capelli, e scandendo piano sussurra:

“Ne scrivo una adesso, ma se ti piace, tu vieni a mangiare la pizza con me”

Mi giro intorno a cercare una risposta che non trovo: qualsiasi cosa io dica adesso, ha la medesima probabilità di essere giusta o sbagliata. 

“Va bene; se mi piacerà, andiamo a cena tutti insieme” 

Miguel ha la metà dei miei anni; però, o è troppo vecchio lui o sono troppo giovane io, perché per tutta la sera le nostre generazioni magicamente coincidono… o forse sarà stata la poesia a pareggiare le nostre età. 

Viene da Toledo, da cui veniva anche il viceré spagnolo che fece costruire via Maqueda, dove lui stasera, seduto per terra, scrive poesie.

Viene dalla stessa regione di Cervantes, da cui Don Chisciotte partì per fuggire dai disastri di un’epoca buia, sicuro di scoprire altrove le meraviglie del mondo. 

Miguel, sei giunto nella città perfetta, dove le più struggenti contraddizioni oscillano fra imperdonabili difetti e meravigliose virtù. 

E stasera non avresti potuto trovare nulla di più fieramente spagnoleggiante di un palermitano che ti sfida a scrivere. 

La tua poesia è bellissima e la terrò per me

Grazie

Giacomo Paruta

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