Humour e insegnamento
La Linguistica Computazionale è una materia che può risultare piuttosto ostica, dato che richiede un background misto, umanistico e scientifico. È anche difficile da insegnare, dato che gli studenti hanno perlopiù uno solo di quei background, specialmente in UK, dove ci si specializza negli studi molto presto. In questo caso, i miei studenti del corso universitario erano perlopiù informatici o matematici.
L’argomento che stavo trattando era il fatto che noi interpretiamo il linguaggio man a mano che arriva (che può sembrare ovvio per noi, ma non lo è per una macchina), e che il pezzo successivo può cambiare l’interpretazione del testo fatta fino a quel momento (il che, forse, è meno ovvio).
Spesso l’humour sfrutta lo stesso meccanismo: crea un’aspettativa che poi viene capovolta alla fine, generando l’effetto sorpresa. Che però non basta da solo, anzi può risultare fastidioso, dato che obbliga ad una rivalutazione del messaggio ricevuto fino a quel momento. È anche necessario che tale capovolgimento abbia un effetto emotivo forte, di solito positivo.
Uno dei miei espedienti preferiti era di costruire una situazione verbale che fosse in contrasto sia con le aspettative dell’argomento trattato che con il mio ruolo di insegnante. Così, per esempio, iniziavo la lezione dicendo ‘I was watching a girl in the park with my telescope’, facendo una pausa. A quel punto gli studenti ridacchiavano, alcuni imbarazzati, altri divertiti. L’implicazione della frase è che la ragazza fosse nel parco, e che io stessi usando un telescopio per guardarla. Per capire meglio la situazione, è necessario sapere che i giorni di sole sono pochi in UK, per cui, appena ce n’è un po’, i giovani vanno a prenderlo in costume da bagno al parco, come fossero alla spiaggia (i parchi cittadini in UK sono piuttosto comuni.) Dopo averli lasciati ridacchiare per un po’, aggiungevo: ‘and I am wondering, what is she doing in the park with my telescope?’ Questo secondo pezzo modificava totalmente l’impressione della prima frase: adesso l’idea è che avevo visto una ragazza che usava il mio telescopio nel parco, ovviamente senza il mio permesso, dato il tono di sorpresa. Ne seguiva sempre una risata generale, sia per l’effetto sorpresa, sia per il rilascio emotivo rispetto all’immagine dell’insegnante, che tornava al suo ruolo positivo e tranquillizante.
A questo punto, la loro attenzione era molto focalizzata, così potevo procedere a spiegare che la stessa preposizione ha diversi significati, tra cui i due presenti in questo esempio scherzoso: la prima è ‘uso’ e la seconda è ‘accompagnamento o controllo.’
Potevo adesso introdurre il concetto di ‘interpretazione emotiva’: perché gli studenti avevano tutti, nella prima frase, percepito ‘with’ nel significato di ‘uso’ quando, in mancanza di contesto, quello di gran lunga più comune è l’altro, cioè ‘accompagnamento’?
Un elemento di questa scelta era la parola ‘telescopio’ che, indicando un oggetto che serve a guardare a distanza, non comune e tecnologico, poteva indicare una connessione d’uso col verbo ‘to watch’. Ma anche in questo caso, se l’esempio fosse stato ‘I watched my friend, the astronomer, in the park with my telescope’, l’associazione immediata sarebbe stata che l’astronomo stava portando il mio telescopio (che probabilmente gli avevo prestato), o, in seconda battuta, che lo stava usando lui, non io.
La ragione per cui tutti avevano scelto l’interpretazione in cui io usavo il telescopio è perché era possibile collegarla ad un’immagine con un contenuto sessuale, e in più con connotazioni negative. Questa interpretazione era decisamente più interessante per i miei studenti, sia perché il sesso è un argomento mentalmente sempre presente (o a portata di mano) sia perché infrangeva l’immagine del professore universitario.
La risata finale non era causata soltanto dall’essersi resi conto della duplicità della frase iniziale, ma soprattutto perché l’insinuazione sessuale aveva prima creato una carica emotiva (tanto più forte quanto più legata a comportamenti censurabili) e poi l’aveva dissolta, riportando tutto alla normalità, il che genera sempre una sensazione di soddisfazione ed equilibrio.
A quel punto, con l’attenzione degli studenti molto elevata e in un’atmosfera gradevole e rilassata, potevo imbarcarmi in una spiegazione tecnica del rapporto tra varie parole e strutture grammaticali, e di come l’interpretazione sia progressiva e non aspetti la fine del testo, e soprattutto di come non esista un’interpretazione ‘neutra’, dato che, molto spesso, ogni scelta interpretativa porta con sé un carico emotivo, anche se normalmente non così forte come in questo esempio costruito apposta per questo scopo.
Roberto Garigliano