Il sentiero delle formichelle: una storia di agrodolce bellezza

Lo scorso sette maggio, ho avuto il piacere di presentare il secondo romanzo di Alessia Castellini, “Il sentiero delle formichelle” presso il Mondadori Store di Palermo. Un pomeriggio rimasto impresso nel cuore e nella mente, che voglio condividere con voi lettori.

Alessia, una ragazza dolce e talentuosa, ha raccontato la storia delle Formichelle di Amalfi, donne dalla formidabile forza fisica e morale che hanno risollevato le sorti di Tramonti. Questa storia trasporta in un mondo antico e suggestivo, popolato da donne instancabili.

Un profondo e commovente esempio di sorellanza che ci insegna come i legami, sia di sangue che di terra, siano indissolubili anche quando sembrano essere solo fiori recisi, senza più forza e radici.

Le formichelle non sono il punto di arrivo di questa storia, bensì l’inizio di una vicenda che ha contorni agrodolci, profumi della natura, colori di un tempo lontano, con protagoniste giovani donne di grandissimo carattere. Una voce, la loro, che grida libertà, e non soltanto dal cosiddetto patriarcato e dalla violenza di genere, ma da ogni forma di stereotipo, obbligo, pettegolezzo, aspettativa. Perché non tutto è come appare, e dobbiamo ricordarci che, in qualsiasi momento, possiamo decidere di fare la differenza. Noi non siamo ciò che facciamo, ma siamo ciò che amiamo. E questo, le nostre protagoniste, lo sanno molto bene.

Alessia Castellini, al suo secondo romanzo, riesce a dare forma ad una storia di travolgente bellezza, che parla di vita vera e persone ordinarie. Ognuna di esse lotta silenziosamente per conquistarsi il proprio posto nel mondo: c’è chi lo fa e ci riesce, e c’è chi – per un destino talvolta troppo crudele – è capace di sorreggere appena quel peso che ognuno porta dentro sè, quel famoso “fardello” che dovremmo imparare a sopportare per scoprire chi siamo davvero dinanzi alle avversità.

Scrive Castellini: “Ci sono vuoti che ti inghiottono e vuoti che ti abbracciano, nei primi si precipita, nei secondi si volteggia”

E poiché non abbiamo potere sul tipo di vuoto che prima o poi incontreremo, possiamo almeno scegliere di volteggiare fin tanto ché ne abbiamo le forze. Come ci insegnano le Formichelle.

Rosa Di Stefano

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