Il palazzo del poeta e la rassegna Un tè con l’autore
Nel cuore di Palermo, in un palazzo del Seicento riconsegnato alla sua primordiale bellezza con un sapiente lavoro di restauro e un’oculata ristrutturazione conservativa, c’è una struttura ricettiva denominata “Palazzo del poeta”, in onore di un suo presunto abitante, un illustre poeta, in cui bellezza e fascino si intrecciano in un connubio equilibrato e indissolubile. Le stanze sono curate in ogni dettaglio per arredamento e stile raffinato, e un personale estremamente gentile e accogliente mette a proprio agio gli ospiti.
Quest’opera magica si è resa possibile grazie alla pervicacia, alla creatività, all’operosità della padrona di casa, la giornalista Rosa Di Stefano, che ha creduto, fin dal primo istante in cui vi è entrata, all’atmosfera benefica e positiva dell’ambiente e ha voluto, con tutta sé stessa, ridonarlo alla luce con un lavoro decennale, affidato a sapienti maestrie. Il risultato è visibile a chiunque vi entri: per l’atmosfera suggestiva da cui si è avvolti, per l’aria sempre profumata, per le pareti rivestite da tessuti decorati, per le numerose composizioni che sembrano connotare l’ambiente di una interminabile primavera.
Il potere seduttivo di questa scenografia è straripante durante gli incontri della rassegna letteraria “Un tè con l’autore” in cui la cultura zampilla con leggerezza, con eleganza, con naturalezza. Rosa Di Stefano, infatti, non solo ha dato la possibilità agli ospiti della struttura di godere di un soggiorno armonioso, gioioso e avvolto di una coltre di benefico relax, ma ne ha fatto un salotto letterario, simile ai salotti di Madame de Geoffrin o della marchesa di Rambouillet o ancora di Madame de Stael, in cui confluiscono letterati, poeti, pittori ed artisti di ogni genere.
Il merito di Rosa Di Stefano è quello di aver dato luogo, a Palermo, a un centro pulsante di cultura che si respira già nel vicolo in cui è ubicato il palazzo, via Seminario, con gli striscioni che fanno bella mostra di sé con citazioni di testi classici, ma anche varcando la soglia del palazzo ci si imbatte in un nugolo di citazioni cartacee tratte da testi, che svolazzano scendendo come lucciole dalle volte, trattenute da strategiche catenelle e pinzettate ai margini.
Per non parlare delle molteplici sensazioni ed emozioni che scaturiscono durante i suoi incontri letterari, condotti magistralmente, con grande professionalità, in un ambiente familiare, in cui Rosa pone al centro dell’attenzione non solo gli autori, le autrici e la loro arte, ma loro come persone e le loro storie, con un occhio sempre vigile ai relatori, ai responsabili delle luci, delle riprese, della fotografia, agli attori e alle attrici che fanno parte di quella grande famiglia che è il suo team.
Diversi i generi letterari trattati nella sua rassegna in questo primo step conclusosi il 26 maggio 2024, dalla poesia al romanzo all’ambito cinematografico con la presenza, nel suo salotto, di autori, autrici, registi e registe autorevoli che hanno dialogato vivacemente con un pubblico interessato e coinvolto. Svariate le tematiche affrontate durante gli incontri culturali, dalla solidarietà, al tema della pace, alle alterazioni ambientali, al valore della famiglia e dei rapporti al suo interno, alla violenza sulle donne, a tematiche dantesche.
La scelta dei testi non è casuale ma scaturisce da opere selezionate accuratamente da uno staff competente il cui obiettivo è quello di far rivivere nei palermitani, appartenenti a qualsiasi fascia d’età, studenti, giovani e non, il gusto e il piacere della lettura e della scrittura ma anche del confronto, dell’amicizia, del dialogo. Credo fermamente, avendo assistito a molti dei suoi incontri ed avendo relazionato su alcuni autori ed autrici, che Rosa Di Stefano abbia vestito di un nuovo abito Palermo, aprendo le porte del suo splendido palazzo e facendovi entrare un vento benefico e pervasivo, il vento della cultura che ha ammaliato, e continuerà a catturare, come d’incanto, una grossa fetta di utenti.
L’autrice della rassegna “Un tè con l’autore” ha sfatato, tout court, quel “cotidie morimur” di Seneca se il tempo a nostra disposizione viene reinventato col suono delle parole incise sui testi, con la consapevolezza del valore della cultura che ci fornisce le chiavi di accesso al mondo, con lo sguardo sul valore dell’amicizia, del confronto, dello scambio reciproco, della bellezza.
Mariza Rusignuolo