Interpretazioni multiple

In Italiano è abbastanza raro che una frase abbia interpretazioni completamente diverse, e rarissimo che siano più di due. In Inglese, invece, è piuttosto comune. Ci sono varie ragioni per questo fenomeno: una è che molte parole, in inglese, fungono da sostantivo e verbo (a volte anche aggettivo o avverbio) senza modifiche. Un’altra è che i verbi sono, per lo più, non coniugati (solo la terza persona singolare presente fa eccezione). 

Prendiamo una ‘frase fatta’ tipica: “time flies like an arrow” (“il tempo vola come una freccia”). Chiedendo ai miei studenti quante interpretazioni vedessero nella frase, tutti ne riconoscevano una sola, quella appunto standard.

A quel punto, gli offrivo la seguente variazione: “fruit flies like an apple”. Anche qui l’interpretazione è ovvia: “ai moscerini della frutta piacciono le mele”. Adesso, gli studenti notavano da soli la simmetria apparente tra le due frasi.

Poi chiedevo di nuovo se vedessero un’altra interpretazione nella frase originale, e molti ora riuscivano a interpretare la frase iniziale come: “ai moscerini del tempo piacciono le frecce”, che normalmente sarebbe assurda. È però quasi sempre possibile assegnare un contesto tale che renda accettabile una qualunque frase corretta grammaticalmente, e alcuni studenti erano così in grado di offrire un’interpretazione, per esempio una storia di fantascienza, in cui una razza di moscerini super-avanzati erano affascinati dalla freccia del tempo, per esempio per modificarne la direzionalità!

A questo punto, offrivo un altro esempio: “time runners like a trainer” (“cronometra i corridori come farebbe un allenatore”), e tutti gli studenti accettavano nuovamente questa frase come normale e univoca. Gli chiedevo allora se vedessero una nuova interpretazione per la frase originale, e alcuni riuscivano a interpretarla come “measure the time of the flies as fast as an arrow would” (“cronometra i moscerini come se tu fossi una freccia”). Ora molti più studenti, guidati dall’esempio precedente, erano in grado di costruire una narrazione in cui quella frase fosse accettabile, per esempio che esistesse una gara di velocità di moscerini, e che gli addestratori dovessero eseguirla molto velocemente.

Gli insegnamenti di questa lezione erano molteplici:

  1. Specialmente in inglese, ci sono molto spesso più interpretazioni grammaticali, per una frase, di quelle apparenti;
  2. Data un’interpretazione grammaticale ci possono essere differenti semantiche adatte a quella interpretazione grammaticale;
  3. Data una interpretazione semantica, è quasi sempre possibile trovare una narrazione che renda accettabile la frase iniziale all’interno di una particolare struttura narrativa (chiamata un ‘mondo possibile’, in inglese ‘possible-world interpretation’).
  4. Tutti questi processi sono, per lo più, inconsci: anche i parlatori nativi, infatti, spesso non se ne rendono conto, scegliendo automaticamente un’interpretazione ai vari livelli lessicale, grammaticale, semantico, pragmatico e dei mondi possibili. 

Nella mia veste di scrittore, piuttosto che di insegnante, ho sfruttato questi elementi nella mia collezione di storie brevi ‘Sovrapposizioni’, in cui una struttura interpretativa pre-confezionata è sovrapposta ad un’altra che, per quando molto differente come contenuto, ha una struttura narrativa molto simile a quella originale. L’effetto è per lo più comico, ma può anche essere drammatico: il meccanismo dietro alle costruzioni narrative è però molto simile.

Il messaggio fondamentale è che tutti questi processi sono perlopiù automatici, l’ascoltatore (o lettore) non se ne rende conto finché qualcosa viene introdotto che disturba l’automatismo e forza a considerare le possibilità nascoste.

Roberto Garigliano

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