Rosa e Marietta
Giacuminu più che per convinzione aveva condiviso l’idea per un’affettuosa adulazione e rispetto, non credeva e non poteva immaginare che la moglie invece avrebbe preso il fatto profondamente sul serio.
Marietta teneva troppo all’istruzione dei figli, sarebbe stata veramente lei a fare scuola a Ninetto prima e a Santina poi, del resto con tutto quello che aveva appreso al ginnasio sarebbe stata perfettamente in grado di insegnare a leggere, scrivere e fare di conto.
Per dare la sensazione al figlio di frequentare la scuola regolare, si ripromise di iniziare nella stessa data di quella comunale. Mancava ancora un mese, aveva il tempo di procurarsi e consultare qualche abbecedario e qualche quaderno.
Poi come dettati da una volontà primordiale i geni di Donna Lisa a francisa si fecero sentire e nei giorni successivi un’altra idea ancora più rivoluzionaria che non la faceva dormire la notte, s’impossessò di lei: perché insieme a Ninetto non coinvolgere altri bambini esclusi? Una classe di soli bambini poveri a cui insegnare a leggere e scrivere.
Non stava più̀ nella pelle, ne parlò subito con il marito che ancora una volta rimase stupito di quest’altra sua “pazzia”, ma che accettò con entusiasmo, riconoscendone oltre l’importanza per quegli stessi carusi altrimenti destinati al totale analfabetismo, ma anche una possibile crescita della presa di coscienza da parte dei padri nel rivendicare i propri diritti; difatti non tralasciò di suggerire e consigliare di parlare con le madri, ma soprattutto con i padri che nella maggioranza dei casi, appena oltre l’età infantile li abbiavanu al loro seguito.
Marietta si era integrata perfettamente tra le donne e le madri del quartiere quasi con naturalezza e, malgrado la sua giovane età, da subito iniziò a godere di una istintiva quanto inconsueta considerazione che sfiorava il riguardo e non solo perché́ era la nipote di massaru Serbu Alaimu.
In quell’ambiente, prevalentemente fatto di umili ignoranti, l’avere studiato l’aveva certo collocata in un piano di naturale superiorità, ma erano i suoi modi gentili, la sua disponibilità, la sua generosità, la sua discrezione, la sua naturale predisposizione a trattare le persone sul suo stesso piano a farla accettare con simpatia e a valerle un crescente sentimento di incondizionato apprezzamento e di profonda stima.
Non c’era lettera da scrivere o da leggere che non finì col passare dalle sue mani, sapeva tutto di tutte, non c’era picciotta che non si confidasse con lei e che lei non ricambiasse con un consiglio o con un insegnamento; famosi divennero i sò cunta nei pomeriggi invernali dei tanti libri letti, dei nuovi punti di ricamo, appresi negli anni di collegio dalle suore che insegnava a effettuare con estrema facilità.
Circondata da fiducia e affetto, Marietta ogni giorno di più̀ si affermava come un punto di riferimento e con la sua prorompente vitalità aveva portato una nota di gaiezza e allegria in quel pezzo di paese dove non c’era alcunché́ per essere allegri e felici.
Enzo Muscarella