Parole scavate
Si può guardare il mare dalla spiaggia, nuotare sulla sua superficie od immergersi nelle acque profonde dei versi di Nadia Scappini. Sono parole scavate capaci di farci raggiungere gli abissi di un’umanità che chiede ascolto, in quell’amore che la poetessa rivela in tutte le sue sfaccettature. L’amore che accompagna il cammino, il pellegrinaggio della vita, è un andare per campi, come evidenzia l’etimologia della parola (per agros), è un camminare superando tanti ostacoli. La vita come un pellegrinaggio e quindi è uno sbagliare, un sostare, un perdere la fede nella vita e provare a ritrovarla, un cammino fatto di sobbalzi d’inquietudini, di tante situazioni che sono diverse da persone a persone.
Le donne dice Nadia Scappini, durante la presentazione di uno dei suoi libri alla rassegna letteraria di “Un tè con l’autore”, non sono riuscite ad esprimersi pienamente nonostante i numerosi tentativi a volte maldestri. Le donne non sono ancora sorelle e complici in questo percorso di affrancamento, c’è ancora molto da fare nella “sorellanza”. C’è una forma conflittuale nel modo di esprimersi di alcune donne che a volte è aggressiva nel manifestare la volontà di difendere altre donne. Se si continua a parlare di uomini e donne come due parti contrapposte non si raggiungerà un equilibrio.
“Ma chi è Nadia Scappini?”
Un attimo di riflessione, ma non ci sono esitazioni per Nadia. Lei è una persona che crede moltissimo nelle relazioni, è convinta che soltanto nella relazione l’uomo e la donna possano trovare compimento, soltanto incrociando lo sguardo dell’altro ci si può riconoscere. È fondamentale avere una persona con la quale confrontarsi, con cui condividere la precarietà dell’essere sulla terra. Tutti abbiamo una ferita fin dalla nascita che è la morte. Sappiamo che dobbiamo morire, allora l’invito della poetessa è ad impiegare bene il nostro tempo a non consumarlo nell’odio, nell’incapacità di perdonarci, perché tutti siamo fragili. Il perdono è il punto più alto che si può raggiungere, per il nostro compimento. Perdonarsi è un tema molto presente nelle raccolte di Nadia “Dire dell’amore”, “Preghiere imperfette” e nel suo prossimo libro che uscirà a breve.
Nadia Scappini è un’autrice poliedrica riesce ad alternare fasi di scrittura differenti passando dal saggio, al romanzo alla poesia, ma cosa prevalga nella sua produzione letteraria possiamo scoprirlo soltanto leggendo i suoi testi.
“La poesia è il mio amore unico incontrastato, io credo che imparare a fare sintesi, a sottrarre è un processo che aiuti molto tutte le altre scritture. Io per esempio considero anche la critica, un vero critico è un’artista e ce ne sono pochi. Per tornare alla poesia, io sono rimasta affascinata da Giovanni Pascoli, che ha una profondità straordinaria, un grande innovatore. Lui mi ha conquistata con la sua campagna, le sue onomatopee” e poi naturalmente se ne sono aggiunti altri. Però i poeti a cui mi sento più vicina sono quasi contemporanei: Margherita Guidacci, Fernanda Romagnoli tutto il filone della spiritualità, perché poesia, preghiera e profezia sono sorelle”.
E la poetica del libro “Preghiere imperfette” è approfondita ed analizzata dalla saggista/poetessa Franca Alaimo. La scrittrice considera Nadia una delle voci più belle della poesia contemporanea. “La sua è una parola che scende direttamente nell’anima, è una poesia che sa parlare alla nostra umanità.” sottolinea Franca “Il baricentro della sua poesia è nella speranza, che è apertura al noi, chiama a raccolta gli altri, tutti bisognosi d’amore. La pratica della scrittura poetica di Nadia è preghiera, profezia che ricorda Padre Turoldo, per certi aspetti Pasolini e soprattutto la teologa e scrittrice Adriana Zarri”.
Le sue poesie sono parole preziose, scavate, ricercate. I versi commuovono, penetrano nell’intimo ed uniscono in quel bisogno di umanità che accomuna tutti.
Infondono serenità, invitano alla riflessione al silenzio come postura raccolta per volare alto e guardare oltre.
Di Marisa Di Simone