Rigoletto, ovvero le brave ragazze si innamorano sempre dell’uomo sbagliato

In programmazione a Palermo al teatro Massimo dal 20 al 28 gennaio, per chi è riuscito ad accaparrarsi i biglietti, l’opera del Geniale G.Verdi. Direttore d’orchestra Daniel Oren, regia di J. Turturro e per il ruolo di Gilda nel mio turno una giovane brava palermitana il soprano Federica Guida.

È l’opera della celebre aria “la donna è mobile” e adesso vi racconto la storia come l’ho vissuta io, ragazzo ventenne che si approccia alla lirica. È la storia di Rigoletto, buffone di corte nel 500 del Duca di Mantova, bello, ricco, amante dello spasso ma soprattutto delle donne! “Questa o quella per me pari sono” è la prima area con cui si prensenta.

Durante un festino, il duca appoggiato dal suo buffone Rigoletto si fa beffe dei poveri mariti cornuti tra cui Ciprano che giura vendetta e Monterone… povero padre di una figlia illusa e abbandonata dal duca… che maledice i due complici del disonore della sua sventurata famiglia.

Rigoletto è sinceramente preoccupato per la maledizione, forse un po’ per la coda di paglia… e qui l’incontro con il criminale Sparafucile. È il momento dell’area “pari siamo” dove Rigoletto riflettere su tre condizioni umane e sul suo disprezzo per l’ambiente tossico e ipocrita in cui è costretto a lavorare. ‎

Torna a casa dalla sua unica gioia, la figlia Gilda, che custodisce gelosamente e protegge da questo pericoloso mondo. La tipica ragazza casa e chiesa, diremmo oggi. Ma allora come adesso, la tenera Gilda a dispetto del padre, tra una messa e un’altra aveva accalappiato un giovanotto di cui ignora l’identità, credendolo un sincero e innamorato studente. E invece era quel fetente del duca… così è. Povero Rigoletto. Ma questo è niente. La fanciulla viene rapita ad opera del cornuto di Ciprano che abbiamo già incontrato nel primo atto che crede di rapire l’amente dell’odiato Rigoletto. ‎

Scoperta la malefatte egli si accascia sopraffatto urlando alla maledizione…che si stia realmente compiendo? Rigoletto si reca alla corte chiedendo la liberazione della sua amata… figlia. E qui i cortigiani restano ammutoliti convinti di avere in ostaggio l’amante dello sciagurato. Tenerezza infinita nello struggente canto del papà che rivuole la figlia.. ancora ho i brividi!

Finalmente Gilda riabbraccia il padre e gli confida il suo amore per quel fanfarone del duca, che l’ha ingannata. Rigoletto si sente offeso nell’onore e c’è il “Si vendetta, tremenda vendetta ” che gasa tantissimo, e giura di far pagare al duca l’oltragio… siamo quasi all’epilogo, e già preparatevi, è tragico.

Rigoletto assolda il killer Sparafucile per uccidere il duca, nella locanda dove il duca è solito spassarsela con quelle che oggi chiameremmo escort. ‎

Qui il duca, superbo tenore canta la celebre “la donna è mobile ” bellissima area che però è inno sessista al maschilismo, ma lo perdoniamo Verdi.. perché è bellissima!

Insomma la povera Gilda vede con i suoi occhi che brutta persona è il duca, ma nonostante le raccomandazioni del papà di andare lontano da lui a Verona, lo salva dal crudele destino di morte sostituendosi a lui per amore.

E così al povero Rigoletto mandante del terribile delitto rimane il corpo in un sacco della poverina che gli chiede perdono prima di spirare…

Insomma ragazze state attente ai balordi, ascoltate i consigli dei genitori e non fate la fine di Gilda. Alla prossima

Daniele Ficarra ‎

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