L’importanza di non essere sorelle

Oltre il silenzio, oltre quei muri che le hanno rese trasparenti, evanescenti, inconsistenti, le figlie, le mogli, le madri del sì e del capo chino esistono e lottano.
Hanno sconfitto l’ombra, il buio del potere misogino, la forza ferina ed irrazionale con la sorellanza.
Le donne alleate, le donne compagne sono custodi delle chiavi di un sapere e di una saggezza tramandata con amore e prudenza, a difesa di un umano che chiede riscatto e salvezza. I gesti, gli sguardi, i silenzi, le parole della sorellanza sono diventate codici di sopravvivenza, ponti di umana solidarietà, armi per sostenersi a vicenda nel viaggio della vita. Sono fiumi sotterranei che scorrono lenti, alimentati dalla pazienza, dalla fiducia di una forza che unisce e rende amiche.
Le donne per secoli hanno condiviso l’essenza che accomuna le sorelle negli sguardi che diventano doni e nei gesti che si trasformano in complicità reciproca.
Hanno raccontato nel silenzio che ha generato rumore, hanno immaginato e tradotto la realtà in futuri di speranza, hanno tramandato per sopravvivere in altre sorelle.
Poi le parole hanno preso forma sulla carta, sono diventate l’anello prezioso con cui continuare a tessere trame di autonomia, di lotta sotterranea per chiedere luce e riscatto. Legami segreti in cui immaginare, creare, rischiare oltre le certezze, unendo le sorelle in misteriosi arcobaleni di umanità. Le donne amiche hanno avuto il coraggio dei sogni, di quelle utopie che sono diventate doni per le nuove sorelle. Hanno saputo chiedere, scrutare, scegliere e ritrovarsi creando connessioni speciali al di là dei legami di sangue, per liberarsi dalle catene di poteri asfissianti e letali.

Ed in questo camminare insieme, le sorelle sono cresciute, si sono passate il testimone curando le ferite del tempo e consegnando nuove speranze alle nuove amiche che ne riconoscono la preziosa eredità.

Rosa di Stefano

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