Alberto Colosseo, e altro…

Un siciliano doc al Colosseo. È Alberto Samonà, giornalista e scrittore palermitano, che da quasi un anno è stato chiamato nel consiglio di amministrazione del parco archeologico del Colosseo, il sito culturale più visitato d’Italia e fra i più importanti del mondo, che comprende, oltre al monumento simbolo di Roma, anche il Foro romano, la Domus aurea e il Palatino. 

“Che ci fa un siciliano innamorato della Sicilia al Colosseo? Intanto, è bello poter unire la cultura greca di cui la Sicilia è testimonianza vivente, con quella romana – dice Alberto – e poi è entusiasmante poter contribuire alla crescita culturale dell’Italia, pensare, elaborare idee, immaginare il futuro, nella consapevolezza della nostra storia plurimillenaria, della nostra tradizione, delle sue tracce preziose che si sono trasmesse fino a noi attraverso l’arte o l’architettura dell’antichità, che il mondo ci invidia perché uniche, attualissime e universali”.  

A volerlo nel cda è stato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano , dopo che per circa due anni e mezzo Alberto è stato assessore dei Beni Culturali in Sicilia. Un periodo in cui si era distinto per alcune azioni culturali di rilievo internazionale: tanto per citarne alcune, il ritorno ad Atene, dopo duecento anni, di un frammento del Partenone finito in Sicilia e riportato due anni fa nella capitale greca (gesto, per il quale è stato nominato commendatore della Repubblica Ellenica direttamente dalla Presidente della Grecia); o ancora, un accordo con il Metropolitan Museum di New York, a seguito del quale i preziosi Argenti di Morgantina (finiti anni fa negli Usa e oggetto di un complesso contenzioso) sono rientrati per sempre sul suolo siciliano. O ancora, l’avvenuto finanziamento della ricomposizione (la cosiddetta anastilosi) di tre gigantesche colonne del Tempio G di Selinunte, uno dei più grandi templi dell’antichità classica, che una volta “rialzato” diventerà il simbolo di questo sito archeologico. Per non dimenticare le trenta borse di studio concesse ad altrettanti giovani musicisti siciliani, che in questo modo hanno potuto effettuare un periodo di formazione insieme al grande Mogol.

“C’è stato molto altro in quella stagione ai Beni Culturali – aggiunge Alberto Samonà – ma elencare quel che è stato fatto diventerebbe lungo e noioso: e poi, oltre al mio nuovo impegno romano, sono tornato a fare la mia vita di sempre: ho ripreso l’attività di giornalista, mi occupo di grandi iniziative culturali e soprattutto, ho ripreso a scrivere e a viaggiare: la Turchia, la Grecia, l’Uzbekistan, l’India”. 

Fra le “attività di sempre” non mancano i libri: sì, perché Alberto continua a girare in lungo e in largo per presentare il suo ultimo romanzo “Bonjour Casimiro”, dedicato al barone Casimiro Piccolo che visse nel Novecento, fratello del poeta Lucio Piccolo e cugino di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Un libro, grazie al quale nel 2023 ha ricevuto il Premio Mignosi e il Premio Riviera dei Marmi. Il volume, che ha per sottotitolo “Il barone e la villa fatata”, è una sorta di viaggio in un mondo magico (“Ma assolutamente reale”, assicura Alberto), una sorta di realtà parallela, che introduce chi legge in una dimensione che sta a metà fra l’aristocrazia di un tempo andato e i miti e le leggende che abitano in certi luoghi della Sicilia. 

E poi, c’è il teatro: il suo fortunato spettacolo “Il Derviscio di Bukhara” dedicato alla spiritualità sufi dell’Asia centrale è stato messo in scena in Prima nazionale alle Orestiadi di Gibellina, oltre che a Morgantina, a Siracusa, a Palermo e a Naxos e la prossima estate ritornerà a “girare” in un nuovo allestimento artistico: “Devo ringraziare per questo la grande maestria dei miei compagni di viaggio: le musiche bellissime di Tito Rinesi e dell’Ensemble Dargah (uno spettacolo nello spettacolo), le magiche danze sufi e persiane di Amal Oursana e Grazia Cernuto, che sono un vero e proprio ringraziamento al Divino. E una magistrale interpretazione di due attori bravissimi come Stefania Blandeburgo e Davide Colnaghi. 

E poi c’è lo Yoga, la ricerca spirituale, la religione Ortodossa (o meglio greco-bizantina) e lo studio. Altre passioni che Alberto continua a coltivare fra Palermo e Roma. A proposito di Roma e del Colosseo, appena tocca l’argomento è un fiume in piena: “Grazie alla grande competenza e alla bravura della Direttrice del parco archeologico Alfonsina Russo e del suo staff di archeologi, sono stati inaugurati nuovi percorsi culturali all’interno del Foro Romano e del Palatino, è stata riaperta la Domus tiberiana che era rimasta chiusa per quarant’anni e vengono organizzate a ritmi serrati mostre di livello internazionale e campagne di restauro e di scavo. Chi pensa al Parco archeologico del Colosseo come un museo vecchio stampo si sbaglia di grosso: è un’officina in grandissimo fermento culturale, un’agora del pensiero e delle idee”. 

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