La storia della letteratura dirottata da un libro di memorie familiari

Una nota critica sul volume “Le circostanze fragili ” di Virginia Asaro (Navarra Ed.) di Vito Lo Scrudato 

Nel gustosissimo volume di Virginia Asaro” Le circostanze fragili” (Navarra Editore), Luigi Pirandello viene ripreso, a tradimento, da un’inaspettata camera nascosta, postuma di molto oltretutto, in momenti di ordinaria e prosaica vita vissuta, quando nella cerchia familiare della moglie, si consumò, lui complice, un durevole e reiterato attacco, per beghe d’eredità, alla seconda donna del suocero, una donna di sicuro valore, ma indifesa e obiettivamente “fragile” per condizione sociale. Allora il vincitore di un Premio Nobel, l’Accademico d’Italia celebrato anche all’estero, agì in similar guisa dei suoi tanti grotteschi mediocri personaggi letterari, vittime delle umane debolezze, visibili attraverso le obbligatorie insufficienti forme della decenza. Virginia Asaro nel suo appassionato e appassionante libro “Le circostanze fragili” accende la telecamera per riprendere e raccontarci l’autore del Caos, non mentre si mette in posa ufficiale, con feluca, spadino e redingote, per giornali e posteri, bensì mentre cerca di arginare i propri dissesti economici giocando una infida partita ai danni di una donna sola, esposta ai volubili casi del destino, salda nel carattere, ma dentro un confronto impari. Il sorprendente Luigi Pirandello ci viene restituito dalla Asaro, che è discendente di quella donna oggetto dell’attacco, quale autore in cerca d’autore, uno stupefacente Mattia Pascal, dentro un’esistenza giocata tra “vita e forma”, secondo una superata chiave di lettura strutturata dal critico del tempo Adriano Tilger. Il ritratto del Pirandello denudato è solo uno dei mille aspetti offerti dal libro della girgentana Virginia Asaro, trapiantata da tempo nella Capitale, in questo intenso e consapevolissimo scritto. Gli altri novecentonovantanove li scoprirà con vorace diletto il lettore. Io faccio cenno solo ancora alla sicilianissima anima dell’autrice, la sua competenza linguistica dialettale, il suo profondo sentire di isolana della Città dei templi, in definitiva la sua peculiarissima Weltanschauung, tradita per intero nel volume! Ultimo (prometto!) dato di scoperta è una corretta visione femminile/ista: la denuncia della “condizione fragile” nella quale le donne subivano inaccettabile passiva subalternità. In questo senso la narrazione dell’infelice esistenza della moglie del Vate, vittima e carnefice ad un tempo, ci viene offerta attraverso una grande ricchezza documentaria. Non si può tacere (chiedo perdono!) della perizia narrativa della Asaro nel ritrarre la bisnonna Francesca, una donna e una storia più inverosimile delle storie narrate dall’inventore del “berretto a sonagli”.  Il libro ha di sicuro un lungo viaggio davanti a sé! Parola di girgentano di Cammarata!

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